Che buono il bonèt!


Eh no, non stiamo parlando di un dolce francese ma di uno squisito budino piemontese le cui origini si perdono nella notte dei tempi!
Il termine, infatti, si legge con la "o" chiusa (quasi una "u") e con la "t" finale ben marcata: il suo significato dovrebbe essere quello di cappello, per via della forma dello stampo in rame in cui di solito il bonèt veniva cotto.
Ma c'è chi sostiene che il nome di questo budino richiamasse, invece, l'abitudine d'indossare il cappello per ultimo prima di uscire: allo stesso modo, questo dolce si serviva per ultimo prima della fine del pasto.
Pare ne esistano diverse versioni, con o senza cioccolato, quest'ultimo detto alla monferrina; con caffè o cognac al posto del rum; con nocciole al posto delle mandorle.
La versione che ho sperimentato io è quella classica: il risultato è stato davvero stupefacente, soprattutto perchè non mi ero mai cimentata prima in budini... ad esclusione di quelli in polvere, già pronti in scatola (ebbene sì, lo confesso!).
Insomma, un ottimo dessert che ho deciso di servire - con gran successo- sulla tavola di Natale e che consiglio anche a chi in cucina si trovasse alle prime armi.
E, con l'occasione, dolcissimi auguri a tutti!

***


BONĚT PIEMONTESE

per il budino:
200 gr. di amaretti
180 gr. di zucchero
30 gr. di cacao in polvere
5 uova intere + 1 tuorlo
750 ml. di latte
rum q.b.

per il caramello:
150 gr. di zucchero
acqua q.b.

per guarnire (facoltativo):
amaretti
panna montata

Ho triturato finemente gli amaretti nel mixer ed ho aggiunto alla polvere lo zucchero ed il cacao. Ho poi inserito le uova, amalgamando bene con una frusta. Infine, ho aggiunto un goccio di rum per l'aroma.
Nel frattempo ho messo il latte sul fuoco: non appena giunto a bollore, ho smorzato la fiamma e versato il latte sul composto, continuando a girare con la frusta.
Ho poi preparato il caramello mettendo lo zucchero ed un pò d'acqua (circa 2/3 cucchiai) in un pentolino: raggiunto il bollore ho continuato la cottura fino a che lo zucchero non ha virato verso un bel colore dorato.
Ho quindi preparato gli stampi: con il quantitativo indicato, infatti, si realizzano due bonèt di media grandezza (dose complessiva, per 8/10 persone). Ho utilizzato, come sempre, due stampi in alluminio che ho dapprima bagnato leggermente e sul cui fondo ho versato il caramello caldo, cercando poi di spargerlo bene.
Infine, ho versato il composto caldo negli stampi.
La cottura avviene rigorosamente a bagnomaria, con forno preriscaldato a 180°, per circa 1 ora.
Per evitare che annerissero troppo, ho coperto i bonèt con carta d'alluminio in cui ho praticato un foro per consentire lo sfiato.
Quando il bonèt è tiepido di sforma sul piatto di portata e si mette a freddare in frigo per almeno un paio d'ore: dopo il giusto riposo, il sapore del budino è assolutamente migliore!
Infine, ho guarnito con panna montata ed amaretti.




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